giovedì 5 gennaio 2012

E così Tata Lucia mi apparve in sogno

Oggi mi sento un po' come Lucia. Non Mondella, quella con il candelabro ebraico a sette braccia in testa (si chiama Menorah se qualcuno per caso se lo stesse chiedendo), ma lei, la tata più famosa di tutti i tempi. Tata Lucia. Perché assomiglio ad una signora matura con la propensione ad indossare mocassini? Perché sto riflettendo sul concetto educativo che this nanny inculca nella mente di tutti quei genitori reietti. Quello del NO. In realtà era stata un'altra tizia, tale Asha Phillips, a scrivere il famoso libro I no che aiutano a crescere, però, visto che ho messo la Tata nell'olimpio dei miei miti personali (tra Bruce Springsteen e i topi di Cenerentola) parlerò in questo post tenendo ben presente il suo pensiero.




A dire il vero questo preambolo è totalmente inutile. Mi piaceva solo l'idea di iniziare il nuovo anno con qualche frase senza senso. Il 2011 si e' concluso nel migliore dei modi: il post Beppe aiutami tu! è stato pubblicato su Italians! Grande festa e giubilo della folla ha accolto la notizia: eravamo in casa solo io e il mio fidanzato ma abbiamo agitato i nostri corpi dalla contentezza come tutto il cast di Mamma mia. Sono seguiti una serie di commenti molto positivi e ringrazio tutti: mi avete dato degli ottimi spunti di riflessione. Ma si sa, come canta Tiziano Ferro "se non uccide fortifica", e ci sono rimasta male per un commento particolarmente astioso nei miei confronti. Senza motivo, perché, a meno che non dovessi al suddetto dei soldi, non c'era veramente ragione di tanta cattiveria. In sostanza questo tizio mi ha detto che farei meglio a cambiare mestiere, dato che, se fossero tutti come me, il giornalismo sarebbe già morto. E' stato allora che mi è venuta in mente la Tata Lucia. L'ho chiamata in soccorso in stile mediomen e lei si è precipitata in tutta la sua saggezza e scarpe comode nei miei pensieri. 
Il NO è infatti sempre un NO: fa male riceverlo quando sei piccolo perché la mamma non ti vuole comprare la merendina e dà ancora più fastidio quando magari delle persone che dovrebbero decidere della tua carriera, a un certo punto cambiano idea e non solo non ti sostengono, ma ti cacciano pure via. A me è successo. Un anno fa è terminata una strada lavorativa a cui tenevo molto, perché la mia capa ha smesso di credere in me e mi ha detto di andarmene dal mio posto di lavoro davanti a tutti i colleghi. Io sono riuscita a dire soltanto: "va bene, grazie". Ho aperto la porta e non mi sono più voltata indietro. Quello è stato il più grosso NO che mi ha permesso di crescere. Anche se lì per lì ho versato talmente tante lacrime da galleggiarci dentro. Quell'ambiente non faceva per me e che forse la mia strada era un'altra. Il percorso è ancora in atto e chissà dove mi porterà.
Scherzavo. Tutto questo non l'ho mica capito da sola: è stata lei, la Lucia dai piedi tateschi, a dirmelo venendomi in sogno.



ps: scusate per la differenza di carattere con i post precedenti: blogspot mi ha momentaneamente abbandonato. 

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