sabato 19 febbraio 2011

Sempre a proposito di panettoni

Lavoravo per una rivista che non conosceva nessuno e, arrivata la mattina in ufficio pensavo di fare quello che dovevo fare sempre, ovvero scrivere articoli sulle serie tv cercando di essere il più giovanilistica possibile (l'ordine era: metti la parola "strafigo" ogni due o tre righe, così i nostri lettori ci amano). Invece mi sono seduta e ho sentito il muro che parlava. Era il direttore.

- "Signorina, venga!"

(Ecco, adesso anche se siamo sotto Natale mi licenzia perché ho scritto strafigo solo ogni quattro righe)

- "Vada a comprare i panettoni e dei biglietti d'auguri, però non dei panettoni e dei biglietti d'auguri qualsiasi, ma quelli che le dico io"

I suddetti costavano 120 euro l'uno, perché fatti da una pasticceria strafiga (questa si) di via Montenapoleone. Morale: questo spilorcio di capo mi ha dato i soldi contati (lui che li stampava con il fondoschiena) e il resto l'ho aggiunto di mio. Un grazie? Ma figurarsi! (I soldi poi li ho recuperati, ovviamente non prodotti in serie col deretano del tizio). Un'altra volta ho dovuto mandare un fattorino dal pediatra del mio altro capo perché la figlia più piccola stava male e aveva bisogno di una ricetta urgentissima...

Per carità: niente da "Il diavolo veste Prada", ma c'è da dire che delle volte i capi, proprio perché sono capi, fanno delle richieste assurde. Un collega di università raccontava per esempio che un noto regista televisivo aveva chiesto ad una stagista di vestire da coniglio gigante per ottenere il posto. E questa ragazza, pur di entrare nel mondo che sognava, lo aveva fatto. E' stata una stupida? Forse, ma la verità è che ci sono tante persone disposte a sopportare di tutto pur di entrare in certi ambienti.

La mia soglia di pazienza è invece molto labile: per questo forse non farò mai una gran carriera. E francamente non mi ci vedo a scodinzolare dietro all'Anna Wintour di turno. Sono ancora umana: per fare i miracoli dovrei trasformarmi in divinità e per essere tale forse dovrei prima passare a miglior vita. Non sono ancora pronta.

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