Ci vuole coraggio

Sempre a proposito di lavoro, mi ha colpito molto un post apparso qualche settimana fa sul blog del Corriere La 27ora, intitolato Il coraggio di lasciare un posto insopportabile (lo trovate qui). Bene, mi sono detta, almeno non sono la sola. Va bene che il lavoro nobilita l'uomo e compagnia bella, ma se uno è infelice è infelice, anche se sguazza in un mare di soldi. Se poi con quei soldi ti puoi comprare la Louis Vuitton da 800 euro, beh, son sempre priorità.





L'altro giorno ho incontrato per caso la mia professoressa di italiano delle medie. Non ci vedevamo da tempo e ancora prima che aprissi bocca, il suo esordio è stato:


- Ciao, allora, come ti sei sistemata col lavoro? 
(Grazie, anch'io sto bene comunque)
- Adesso faccio la giornalista, collaboro per un giornale locale e poi faccio altre cose....
Io gliel'ho detto con una faccia entusiasta, come a dire che, nonostante le difficoltà e i tempi bui, me la sto cavando, ho preso la mia strada nel mondo....
- Ah, sempre precaria allora.
- Beh, diciamo libera professionista.
- Ti auguro di trovare un lavoro serio allora, a presto!

Ecco. Anche lei ha parlato con mia zia.