lunedì 2 maggio 2011

Ci vuole coraggio parte seconda

Ieri era il 1 maggio. Da una parte c'è stata la beatificazione del Papa, mentre dall'altro il "Concertone". Certo, parlare di festeggiamenti quando il livello di disoccupazione è indecente, non è proprio una cosa che rende allegri. Come ho scritto qui, credo che sia ora di rimboccarsi un po' le maniche e di avere il coraggio di inventarselo un lavoro, se non lo si riesce a trovare. Mica facile, certo! Però piuttosto che stare in casa a fare niente prendendosela con la mala politica e il sistema in generale non farà certo cambiare le cose. Il cambiamento arriva dal piccolo, da noi per primi. Spesso, leggendo dei commenti su internet, resto basita dal numero di persone che commentano: "eh, ma non è che uno può scegliere di fare un lavoro che gli piace. Deve lavorare e basta". Posto che ognuno ha la propria storia personale e che ci sono motivi diversi per cui si deve per forza convivere con un impiego orribile, io credo che la grande forza dell'essere umano (oggi aria di filosofia, signoreesignori) sia quella di migliorarsi sempre. Se una cosa non ti piace, è tuo dovere adoperarti per cambiarla. Il posto fisso è un traguardo, ma è veramente la felicità di un'esistenza? Quanti di voi manderebbero a quel paese il capo, ma non possono farlo? La comodità, le abitudini, una certa sicurezza, sono sicuramente motivi validi per avere un lavoro a tempo indeterminato. E io condivido tutto in pieno. Dico solo che una parte di me si ribella e a volte, mi reputo più fortunata ad avere più collaborazioni che denti in bocca.  

Detto questo: sono precari pure quelli del Grande Fratello ..quindi siamo in buona compagnia. 

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