domenica 17 luglio 2011

Anche il grasso è precario

E' sabato sera. Non siamo usciti, dopo una settimana di lavoro troviamo rilassante stare a casa e diventare tutt'uno con il divano. Il mio compagno sta guardando la Copa America e io sono qui davanti al computer a pensare di scrivere qualcosa di intelligente. Uhhhhhmmmm (che detto così mi fa sembrare molto più vicina ai rumori molesti del bagno che non a uno sforzo di meningi): non mi viene in mente niente. Il mio cervello è vuoto da quando ho cominciato a fare la dieta. Un mesetto fa.
Senza accorgermene infatti sono diventata una specie di bignè con le gambe. Avanzavo baldanzosa per strada portandomi dietro una mole pachidermica che sfoggiavo con noncuranza. Mi sono vista in alcune foto e ho capito che, se tra me e la betoniera dei lavori in corso dovevano ancora esserci delle differenze, era ora di fare qualcosa.
Mi sono fatta coraggio e ho preso appuntamento da una dietologa nazista. Molto incazzosa. Ho avuto la sensazione che mi avrebbe menato se non avessi fatto esattamente quello che voleva lei. Il nostro primo incontro è stato pressapoco così:

- Allora, cosa mangia?
- Dunque... (e seguono 12 minuti ininterrotti in cui parlo di quei due/tre alimenti che costituiscono la mia piramide alimentare)
-COOOOOOOSSSSSA????? Ma lei si rende conto? Vuole forse fare come l'italiano medio che quando vede un buffet non capisce più niente?
- No, ma veramente io...
- E poi lo sa che le festività non durano sei mesi: il Natale, per esempio. Non bisogna incominciare a mangiare il panettone in primavera per entrare nello spirito natalizio...

Annuivo sorridendo (e chi aveva la forza di contraddirla?). Però mi ci sono ritrovata, ahimè. Ho sempre amato mangiare e ultimamente ho ingurgitato di tutto senza soluzione di continuità: evidentemente ero convinta di avere ancora il metabolismo di una bambina di 10 anni che può mandare giù un montone intero senza scomporsi.
Poi è arrivato il momento più temuto: la pesa sulla bilancia. L'espressione inorridita della nazista, come se avesse trovato della cacca per terra (e in questo caso la cacca ero io), mi ha fatto capire che non stavamo andando per niente bene. Mi sono consolata dicendo che avrei potuto fare la modella taglie forti, che comunque la mia anima è leggera, che l'importante è sentirsi bene con se stessi anche se al posto delle braccia ci sono due braccioli (mancava solo la faccia di Topolino). Ho lasciato la nazi che mi diceva che mi avrebbe inviato la dieta e intanto appoggiava il pollice sul collo facendo il segno che sarei stata sottoposta a cose poco piacevoli qualora non avessi perso la mia compagna ciccia.
Per il momento ho perso quattro chili e mancano ancora cinque mesi di dieta. Speriamo che anche i miei chili siano precari.

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